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Nuntio Vobis
apr 04 2020
Domenica delle Palme PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
sabato 04 aprile 2020
 

In questa Domenica delle Palme in cui la comunità parrocchiale non può ritrovarsi insieme in chiesa

per la celebrazione a causa dell'emergenza epidemiologica,

il parroco Don Marino legge il brano del Vangelo

ed il coro parrocchiale esegue il canto "Sollevate porte i vostri frontali" di M. Frisina 

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apr 03 2020
Annunci Settimana Santa 2020 PDF Stampa E-mail
Annunci Parrocchiali
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 03 aprile 2020
Carissimi,
quest'anno il Signore ci ha chiesto di vivere diversamente il tempo della Quaresima, vivendo un autentico digiuno fatto di sacrifici e di tanta preghiera, rinunciando alle nostre celebrazioni in Parrocchia a causa della situazione Covid-19 che sta trattenendo forzatamente tutti nelle nostre case.

settimana_santa_20.pngForse, il sacrificio più grande è quello di partecipare alla Celebrazione Eucaristica e agli altri momenti di preghiera attraverso la televisione e i mezzi di comunicazione sociale.
Purtroppo questa modalità dovremmo farla nostra anche per quanto riguarda tutte le Celebrazioni della Settimana Santa, del Papa o del nostro Vescovo, a partire dal Sabato delle Palme.

Vi diamo qui delle indicazioni concrete dei vari orari in cui le celebrazioni saranno trasmesse su rete nazionale e presiedute da Papa Francesco:

📌Sabato 4 aprile, l'Arcivescovo presiede la Via Crucis animata dai giovani che può essere seguita in diretta sulla Pagina Facebook della Cattedrale di Bari.
Durante tutta la Settimana Santa tutte le chiese del nostro paese rimarranno chiuse.

📌Domenica delle Palme, 5 Aprile, il Papa celebra alle 11:00 dalla Basilica di San Pietro.
In questo giorno non sarà possibile benedire nè scambiare rami di ulivo.

📌Giovedì Santo, 9 Aprile, Messa in Coena Domini: il Papa celebrerà alle 18:00 nella Basilica di San Pietro, e in quella stessa ora noi sacerdoti ci uniremo con il Papa e con tutti voi spiritualmente celebrando a porte chiuse nella nostra Chiesa Madre.

📌Venerdì Santo, 10 Aprile, giorno di digiuno e astinenza: tutti seguiremo dalla televisione la celebrazione della Passione del Signore che il Papa presiederà alle 18:00 nella Basilica di San Pietro e alle 21:00 la Via Crucis sempre in Piazza San Pietro.

📌Sabato Santo, 11 Aprile, tutti vivremo la Veglia Pasquale, madre di tutte le Veglie, alle 21:00 seguendo dalla televisione in diretta dalla Basilica di San Pietro, presieduta dal Papa. Chi non partecipa alla Veglia Pasquale può recitare l'Ufficio delle Letture come stabilito dalla Liturgia delle Ore.

📌Domenica 12 Aprile, Pasqua di Resurrezione: il Papa celebrerà alle 11:00 in diretta televisiva dalla Basilica di San Pietro. In quella stessa ora, sempre uniti spiritualmente, noi sacerdoti celebreremo a porte chiuse in Chiesa Madre.
Alle 12:00 suoneranno le campane di tutte le chiese della nostra diocesi e quindi anche del nostro paese, come segno di annuncio della vittoria di Cristo sulla morte.

Noi sacerdoti, don Marino e don Alessandro, con il diacono Donato, non vi nascondiamo che siamo con voi molto dispiaciuti per questa situazione e per motivi di sicurezza vogliamo che nessuno corra dei rischi per l'incolumità della propria vita e di quella altrui.

Nell'attesa di tornare a celebrare insieme i misteri della salvezza, sentiamoci sempre più in comunione con il Papa e con la Chiesa Universale. Pertanto vi salutiamo affidando la vita di ciascuno al Signore crocifisso, sepolto e risorto e rivolgendo al Padre quanto un'orazione della Veglia pasquale ci fa domandare:

«O Dio, potenza immutabile e luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa, ammirabile sacramento di salvezza, e compi l'opera predisposta nella tua misericordia: tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose».

Vi salutiamo con affetto augurandovi buona Settimana Santa.
don Marino e don Alessandro
 
mar 28 2020
Testo della meditazione di Papa Francesco PDF Stampa E-mail
Papa Francesco
Scritto da Angela Fariello   
sabato 28 marzo 2020

 

MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA
IN TEMPO DI EPIDEMIA

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE FRANCESCO

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell'aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell'angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

 

 

papa27marzo20.jpg
 

È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l'atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre - è l'unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme -. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).

Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t'importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: "Non t'importa di me?". È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.

 

 

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mar 28 2020
Quinta domenica di Quaresima PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
sabato 28 marzo 2020
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LA PAROLA È ASCOLTATA
In quel tempo, le sorelle mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro.
Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le
disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche
far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».
Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Gv 11,3-7.17.20
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mar 27 2020
Indulgenza plenaria e possibili assoluzioni collettive per l’emergenza coronavirus PDF Stampa E-mail
Riflessioni
Scritto da Angela Fariello   
venerdì 27 marzo 2020
 
Un Decreto della Penitenzieria concede l'indulgenza plenaria ai malati di coronavirus,
a chi li assiste e a tutti i fedeli del mondo che pregano per loro.
 
Si ricorda anche la possibilità della assoluzione collettiva in questo momento di grave necessità 
 
ospedale_brescia.jpg
 

Di fronte all'emergenza coronavirus, la Chiesa offre la possibilità di ottenere l'Indulgenza plenaria ai fedeli malati di Coronavirus, nonché agli operatori sanitari, ai familiari e a tutti coloro che a qualsivoglia titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi. Lo stabilisce un Decreto della Penitenzieria apostolica pubblicato oggi e firmato dal cardinale penitenziere maggiore Mauro Piacenza e dal reggente, monsignor Krzysztof Nykiel.

Inoltre, la Penitenzieria - afferma una nota che accompagna il Decreto - per "la gravità delle attuali circostanze", e "soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà", ricorda la possibilità di impartire "l'assoluzione collettiva", cioè a più fedeli insieme, "senza la previa confessione individuale".

Per avere l'Indulgenza plenaria, i malati di coronavirus, quanti sono sottoposti a regime di quarantena nonché gli operatori sanitari e i familiari che, si espongono al rischio di contagio per assistere chi è colpito dal Covid-19, potranno anche semplicemente recitare il Credo, il Padre nostro e una preghiera a Maria.

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